La fiaba che leggerete è breve, originale e simpatica; la si può raccontare a tanti bambini di età diversa, compresi i più piccoli. Verrebbe da dire semplicemente che è una “ fiaba intonatissima”, e chiosare con questo superlativo senza aggiungere altro, sicuri così, di aver già detto l’essenziale. Di aver espresso, con quell’aggettivo, il più bel commento che ad una fiaba si possa dare.
E nel leggerla capirete il perché.
Ma siccome dell’ autore, Giuseppe, oltre che amica sono collega, credo mi sia richiesta anche una considerazione pedagogica e didattica.
Questa storia non è solo narrazione, parola, letteratura per ragazzi. E’ anche e soprattutto musica, è anche pittura. Questo la rende davvero un dono raro e prezioso per i bambini .Ma la rende anche uno strumento didattico efficace per il mondo scolastico, dal nido alla primaria.
E’ una fiaba che si presta ad essere narrata, letta, vista, anche da chi non sa leggere,ascoltata, perché il rapporto tra partitura musicale, tessuto narrativo, sequenza di immagini, è sostanzialmente e perfettamente in equilibrio pedagogico. Libro e CD.
Non è cosa da poco.
Anzi mi verrebbe da aggiungere che in questo caso la vera protagonista è proprio la musica, mentre la pittura è come “ un vestito”, che meglio ci permette di vedere , e le parole,infine, messe in fila e raccontate per scritto- la letteratura- sono in semplicità , ma con sapienza, una specie di mezzo di trasporto.
Per compiere il viaggio della comprensione e del divertimento.
Il viaggio come metafora del diventar adulti.
Il bosco, la perdita, la scomposizione, il ritrovare-ritrovarsi, come passaggio dall’infanzia all’età adulta.
Eccoci al dunque. Ecco l’importanza della fiaba, delle favole, delle storie in genere. Ci intrattengono, ci emozionano, e così facendo ci aiutano a comprendere il mondo, a dare un senso ai nostri sentimenti e alle cose che accadono intorno a noi.
La fantasia e la creatività sono ambiti della conoscenza che la scuola e tutto il mondo degli adulti hanno l’obbligo etico di garantire ad ogni bambino.
D’altra parte si sa, son le Muse che accompagnano gli uomini rendendoli sapienti nel loro viaggio. Buona fiaba a tutti.
Roberta Baldini è responsabile dell'area educativa servizi 0-6
anni per il Comune di Viareggio e coordinatore pedagogico dei
servizi 0-6 per il Comune di Poggibonsi
Prefazione alla fiaba musicale: "Il Vecchio Coccodrillo dello Staggia e il suono della Tromba"
Cari lettori, anche io voglio raccontarvi qualcosa, non una fiaba ma una storia.
La storia di B.
B era un ragazzo venuto ad abitare in una cittadina dell’Italia Centrale dal Sud. Lavorava e studiava sempre. Molti sono i lavori che faceva ma unica era la passione : la musica. Per lei sopportava tutti i sacrifici, con lei si affiancava ad un gruppo di giovani teatranti offrendo la propria arte al pubblico di grandi e piccini. B. faceva l’operaio, il rigattiere, il restauratore e nel tempo libero studiava :dal diploma di maturità al conservatorio per coronare con un titolo la sua passione. Come dicono Bocelli e Giorgia in una splendida canzone dedicata alla musica “Vivo per lei perché mi fa vibrare forte l’anima, vivo per lei e non è un peso”
E’ così che conosco B.tanti anni fa.
Vi domanderete cosa c’entra questo? Chi è B.?
B è uno dei guardiani della scuola dei colori e del sorriso dove ci si riunisce in assemblea per decidere cosa fare . Dove ci sono bambini “capeggiati” dalle maestre che insegnano le regole
In questa fiaba B trasmette il senso del gruppo, della condivisione, dell’agire insieme che vince su tutto. Anche sul temibile coccodrillo che abita nelle cantine buie e sfugge al controllo del mitico guardiano.
Suoni e voci si confondono, si mischiano e formano un tutt’uno con l’ambiente e la natura. E l’immaginario corre e salta da un luogo all’altro guidato dalla musicalità di suoni e voci e persone e ambienti come tra i righi e gli spazi di un pentagramma.
B. trasmette anche la forza dei valori e dei sogni che gli è propria. Porta nella realtà di tutti i giorni quello che i grandi della musica declamano, che la musica “è una musa che ci invita, è un pugno che non fa mai male” e che è “di tutti quelli che hanno un bisogno acceso”.
Musica, natura e pedagogia, individuo e gruppo, regole e sogni.
Questo è ciò che ho letto nella fiaba del mio amico Beppe.
Patrizia Vannini, laureata in lettere con indirizzo etno-antropologico è Dirigente del Settore Servizi alla Persona del Comune di Poggibonsi con esperienze gestionali nei campi educativo, sociale e culturale. Si è formata sul campo e la sua esperienza professionale l’ha portata a sviluppare non solo attività gestionali ma anche di formazione del personale e conduzione di equipe.
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